La maggior parte delle persone si sente distrutta quando apprende di avere il cancro. Sentimenti profondamente diversi si alternano determinando confusione e frequenti sbalzi di umore. Non è detto che proverete tutti i sentimenti che descriviamo di seguito o che li proverete nella stessa sequenza. Considerate, inoltre, che anche partner, parenti e amici provano sentimenti analoghi e spesso hanno bisogno quanto voi di aiuto e sostegno per riuscire a dominare i propri sentimenti.
Shock e incredulità
“Non posso crederci”, “Non può essere vero”
Spesso è questa la reazione immediata di fronte alla diagnosi di cancro. Vi sentirete inebetiti, incapaci di credere a ciò che sta accadendo e di esprimere una qualsiasi emozione. Per alcuni pazienti il senso di incredulità renderà difficile parlare della loro malattia con i familiari e gli amici, mentre altri avvertiranno un bisogno irrefrenabile di parlarne con tutti quelli che incontrano. Questo può essere un modo per aiutarli ad accettare la diagnosi.
Paura ed incertezza
“Morirò?”, “Soffrirò?”, “Il cancro si ripresenterà?”
La paura della morte è senz’altro la paura più comune. In realtà, oggi molti tipi di cancro sono curabili se presi in tempo, e anche se la malattia non è completamente curabile, i moderni trattamenti spesso consentono di tenerla sotto controllo per anni.
Anche la paura della sofferenza e del dolore sono molto diffuse. In realtà, molti malati neoplastici non soffrono affatto, e per coloro che, invece, hanno forti dolori, esistono molti farmaci di moderna concezione ed altre tecniche che riescono ad alleviare il dolore o a tenerlo sotto controllo. Per ulteriori informazioni sull’argomento vi rimandiamo al libretto La terapia e il controllo del dolore, che AIMaC pubblica nell’ambito della Collana del Girasole.
Alcuni malati hanno paura anche dell’ospedale, che, in effetti, può incutere terrore, soprattutto se non siete mai stati ricoverati. Forse di fronte alle vostre domande penserete che i dottori non sanno rispondere in modo esauriente oppure che le loro risposte sono vaghe. I medici sanno per esperienza quanti malati all’incirca trarranno giovamento da un certo tipo di trattamento, ma è impossibile prevedere il futuro per il singolo caso.
L’incertezza sul futuro può essere fonte di tensione, ma le paure e le fantasie sono spesso peggiori della realtà. Essere informati sulla malattia può esorcizzare la paura e rivelarsi tranquillizzante, e discutere poi di ciò che avete appreso con i familiari e gli amici può aiutarvi ad allentare la tensione causata da una preoccupazione inutile.
Rifiuto
“Va tutto bene”, “Non ho il cancro”
Molti malati non vogliono sapere nulla sulla malattia o vogliono parlare il meno possibile. Se siete anche voi di questo parere, ditelo chiaramente alle persone che vi stanno intorno, invitandole ad aspettare il momento in cui vi sentirete pronti per affrontare l’argomento. A volte, può succedere il contrario, ossia che siano i familiari e gli amici a rifiutare la malattia sdrammatizzando le vostre ansie o minimizzando i sintomi oppure cambiando intenzionalmente argomento. Se ciò vi innervosisce o vi ferisce perché vorreste che vi fossero vicini condividendo il vostro stato d’animo, provate a dire loro come vi sentite.
Richiudersi in se stessi e isolarsi
“Per favore, lasciatemi solo”
A volte durante la malattia avrete voglia di essere lasciati soli per riordinare pensieri e sentimenti, un atteggiamento che i vostri familiari e amici non accetteranno facilmente. Tuttavia, rassicurateli dicendo che, benché non abbiate voglia di parlare della vostra malattia in quel momento, ne discuterete insieme quando vi sentirete pronti. A volte la riluttanza a parlare può essere dovuta al fatto che siete depressi. Parlatene con il vostro oncologo, che potrà inviarvi da uno psicologo-psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei problemi psicologici dei pazienti oncologici. In alcuni casi può giovare anche il trattamento con farmaci antidepressivi.
Imparare a lottare
Dopo un trattamento oncologico, ci vorrà del tempo prima che impariate a controllare i vostri stati d’animo. Non solo dovrete affrontare la consapevolezza di avere il cancro, ma anche gli effetti fisici del trattamento.
Anche se il trattamento può causare effetti collaterali spiacevoli, molti malati riescono comunque a condurre una vita quasi normale nel corso della terapia. Chiaramente dovrete prendervi il tempo necessario per il trattamento e anche per il recupero dopo la sessione terapeutica. Fate solo quello che vi sentite di fare e riposate molto. Alcuni ritengono un fallimento il fatto di non essere in grado di farcela da soli, ma quando gli altri avranno capito come vi sentite, potranno essere di maggiore conforto e aiuto. Cosa fare se siete un amico o un parente
Alcune famiglie hanno difficoltà a parlare di cancro o a condividere con altri i propri sentimenti. Può sembrare meglio fingere che tutto vada bene e comportarsi come se niente fosse, forse perché non volete accrescere l’ansia del vostro congiunto malato di cancro e pensate di deluderlo se ammettete che anche voi siete preoccupati. Purtroppo, rifiutare sentimenti forti come questi può rendere ancor più difficile parlare e può contribuire a far sentire il malato di cancro molto solo.
Partner, parenti e amici possono essere di aiuto ascoltando attentamente ciò che il malato vuole dire e solamente quanto vuole dire. Non esercitate pressione affinché parli della malattia. Spesso basta ascoltare e lasciarlo parlare quando si sentirà pronto. AIMaC ha stampato un libretto, Non so cosa dire – Come parlare al malato di cancro, scritto proprio per i parenti e gli amici dei malati di cancro, che prende in considerazione alcune delle difficoltà a cui ci si può trovare di fronte quando si parla di cancro.
Parlare ai bambini
Decidere cosa dire ai bambini sulla malattia è difficile. Quanto potrete dire loro dipende dall’età e dal loro grado di maturità. I bambini molto piccoli sono in grado di capire gli eventi immediati. Non si rendono conto della malattia ed è sufficiente spiegare loro in parole molto semplici perché un parente o un amico è dovuto andare all’ospedale o perché non è più quello di una volta. Ai più grandicelli si potrà dare una spiegazione sotto forma di storia parlando loro di cellule buone e di cellule cattive. Tuttavia, tutti i bambini devono essere continuamente tranquillizzati circa il fatto che non hanno alcuna colpa per la malattia, perché i bambini – sia che lo dimostrino o lo nascondano – spesso si sentono in un certo qual modo responsabili e possono provare questo senso di colpa per molto tempo. La maggior parte dei bambini di dieci anni e oltre è in grado di afferrare spiegazioni abbastanza complesse. Per gli adolescenti può essere abbastanza difficile affrontare la situazione, in quanto si sentono riportati con la forza in famiglia proprio nel momento in cui stavano per spiccare il volo e conquistare l’indipendenza.
Un approccio schietto, onesto è di solito il modo migliore con tutti i bambini.
·Ascoltate le loro paure e non lasciatevi sfuggire il minimo cambiamento nel loro comportamento. Questo può essere il loro modo di esprimere i sentimenti che provano.
·Può essere meglio cominciare con il dare solo qualche notizia e costruire gradualmente il quadro della vostra malattia.
·Anche i bambini molto piccoli percepiscono che qualcosa non va, per cui non teneteli all’oscuro di ciò che sta succedendo. La paura di cosa possa trattarsi può essere di gran lunga peggiore della realtà.
AIMaC ha pubblicato un libretto dal titolo Cosa dico ai miei figli? – Una guida per il genitore malato di cancro, che dà consigli molto utili e che saremo ben lieti di inviarvi se lo richiederete.
Che cosa potete fare
Molti si sentono impotenti quando viene loro comunicato che hanno il cancro e pensano che non c’è niente che possano fare tranne che affidarsi ai medici e agli ospedali. Non è affatto così. Ci sono molte cose che voi, e la vostra famiglia, potete fare in questo frangente.
Essere informati sulla malattia
Se voi e i vostri familiari sapete che cos’è la malattia e in cosa consiste il trattamento, vi sentirete più preparati ad affrontare la situazione. In questo modo almeno avrete un’idea di ciò contro cui state combattendo. Perché le informazioni abbiano valore, però, devono venire da una fonte attendibile per evitare che inducano paure inutili e dannose. Informazioni mediche personali devono esservi date dal vostro medico oncologo che conosce la vostra storia medica. Come già ricordato, può essere utile presentarsi alla visita con un elenco di domande che avete in mente di chiedere oppure farsi accompagnare da un parente o da un’amica che vi ricordi ciò che volete chiedere, ma che potrebbe facilmente sfuggire di mente.
Obiettivi pratici e positivi
A volte potreste non essere in grado di fare cose che davate, invece, per scontate. Tuttavia, non appena comincerete a sentirvi meglio, potrete fissarvi degli obiettivi facili da raggiungere e formare gradualmente la fiducia in voi stessi. Procedete lentamente, una cosa alla volta.
Molti parlano di ‘lotta contro la malattia’. È una reazione sana e potrete farlo interessandovi alla vostra malattia, per esempio programmando una dieta sana, ben bilanciata, oppure imparando tecniche di rilassamento che potrete mettere in pratica a casa con l’ausilio di video/audiocassette. AIMaC ha pubblicato due libretti che potrebbero esservi utili, e precisamente Cancro e terapie complementari e La dieta e il malato di cancro.
Alcuni malati ritengono utile l’esperienza della malattia perché fa capire il vero valore delle cose, e, di conseguenza, sfruttano le proprie energie più costruttivamente di quanto abbiano fatto prima. Molti malati si sentono meglio se svolgono regolarmente qualche esercizio fisico. Il tipo di esercizio che effettuerete e quanto sarà impegnativo dipende da ciò a cui siete abituati e da come vi sentite. Ponetevi degli obiettivi realistici e aumentate il carico di lavoro gradualmente.
Se l’idea di modificare le vostre abitudini alimentari o di svolgere un esercizio fisico non vi aggrada, non pensate che dobbiate farlo per forza; fate solo ciò che vi sentite di fare. Alcuni troveranno piacevole continuare la normale routine finché saranno in grado di farlo, altri preferiranno andarsene in vacanza da qualche parte o dedicare più tempo al loro hobby preferito.
Come gli altri possono aiutarvi
La cosa più importante da ricordare è che ci sono delle persone disponibili ad aiutare voi e la vostra famiglia. Spesso è più facile parlare con qualcuno che non è direttamente coinvolto nella vostra malattia. Anche parlare ad un counselor, che è specializzato su come dare sostegno e consigli, potrà esservi utile. Alcuni trovano grande conforto nella fede e per loro può essere utile parlare con il proprio parroco, il cappellano dell’ospedale o con altri esponenti della propria comunità religiosa.
Alcuni ospedali hanno i propri servizi di sostegno emozionale nei quali opera personale appositamente specializzato e anche il personale infermieristico del reparto potrebbe aver seguito dei corsi di counselling ed essere in grado di dare consigli su problemi pratici. Tuttavia, ci sono individui che hanno bisogno di molto di più che semplici consigli e sostegno. Costoro possono accorgersi che, nonostante gli sforzi, l’impatto con il cancro può produrre depressione, senso di impotenza e ansia. Alcuni ospedali sono in grado di fornire aiuto specialistico per affrontare questi problemi. Chiedete anche al vostro oncologo di indicarvi un medico esperto nel trattamento dei problemi psicologici dei malati di cancro e dei loro familiari.