Nell’ambulatorio del medico di base

Normalmente l’iter diagnostico comincia dal medico di base, che vi visiterà e vi farà domande sulle vostre condizioni generali. I primi due esami da effettuare per la diagnosi del carcinoma della prostata sono l’esplorazione rettale e il controllo del PSA.

Esplorazione rettale
Per procedere all’esame rettale digitale, il medico, dopo aver indossato un guanto lubrificato, inserirà un dito attraverso l’ano per tastare la prostata e la presenza di eventuali masse. L’esame potrà risultare fastidioso, ma non è assolutamente doloroso.

Se sono presenti cellule tumorali, la prostata risulterà indurita e ‘nodosa’, mentre in presenza di iperplasia prostatica benigna sarà di solito ingrossata, soda e liscia. Tuttavia, in alcuni casi, la prostata potrebbe risultare normale al tatto, nonostante la presenza di cellule tumorali.

L’esame del PSA

Il prelievo di sangue serve per verificare il livello di una sostanza detta PSA, antigene prostata-specifico. Il PSA è la proteina che viene secreta dalla prostata, una piccola quantità della quale è normalmente presente nel sangue. I pazienti affetti da cancro della prostata tendono ad avere un livello di PSA più alto nel sangue. Tuttavia, quest’esame non è sempre affidabile, in quanto i livelli di PSA crescono anche con l’età e a seguito della presenza di altre patologie prostatiche, quali, per esempio, un’infezione o una condizione non cancerosa quale l’ipertrofia prostatica benigna. Il PSA può risultare aumentato anche a seguito di una recente biopsia prostatica, di un intervento chirurgico alla prostata o alla vescica o di un massaggio prostatico. Nel 30% dei soggetti affetti da carcinoma prostatico il livello del PSA è nella norma.

I livelli del PSA si considerano normali quando sono inferiori a 3-4 nanogrammi per millilitro di sangue in funzione dell’età. Non esiste un criterio uniforme in base al quale stabilire esattamente quale livello del PSA indica