Negli ultimi anni lo screening per la diagnosi precoce delle neoplasie ha assunto un ruolo fondamentale per alcune forme di tumore. La determinazione dell’antigene prostata-specifico (PSA) può servire a diagnosticare un carcinoma prostatico in stadio iniziale. Ciononostante, lo screening per la diagnosi precoce del carcinoma prostatico non è ancora attuato di routine in tutti i paesi, e ciò per una serie di validi motivi:
· molti tumori prostatici di piccole dimensioni non sono pericolosi e non siamo ancora in grado di dire se la diagnosi precoce e le procedure di screening abbiano un senso in questo caso;
· i test per la diagnosi del cancro della prostata non sono totalmente affidabili (su 100 uomini con innalzamento del livello del PSA, solo 30 riveleranno la presenza di cellule tumorali nella prostata, e in un terzo dei casi il PSA può risultare normale nonostante la presenza di cellule tumorali);
· se il livello del PSA risulta alterato, verrete sottoposti ad ulteriori esami (per esempio la biopsia), che possono risultare fastidiosi e che in alcuni casi potrebbero determinare l’insorgenza di un’infezione;
· molti carcinomi prostatici crescono molto lentamente e gli effetti collaterali del trattamento (radioterapia o chirurgia) potrebbero essere peggiori degli effetti della malattia in stadio iniziale. Se le analisi effettuate e gli ulteriori accertamenti evidenziano la presenza di un tumore in stadio iniziale, può essere difficile decidere se iniziare il trattamento oppure assumere un atteggiamento attendista, tenendolo sotto controllo solamente. Non è stato, infatti, ancora dimostrato inconfutabilmente che il trattamento precoce accresce le probabilità di guarigione.
Se pur non avendo sintomi volete sottoporvi ad un test del PSA, parlatene con il vostro medico di base, che saprà darvi tutte le informazioni necessarie.